Alessandra Casati
Marmi in viaggio. Pietre da costruzione e altari policromi nel Duomo di Pavia
nel Seicento (con una nota sul ruolo dello scultore-impresario)
Abstract ITA:
Nel Seicento il cantiere del duomo di Pavia vive un momento di faticosa ripresa dell’attività edilizia e della sua decorazione interna, lungo un cammino che avrebbe avuto una prima tappa nel completamento del grande ottagono nel secolo successivo. La necessità di approntare i rivestimenti lapidei dei piloni di sostegno del tamburo ottagonale e delle murature d’ambito, sia interne sia esterne, pone nuovamente il problema dell’approvvigionamento dei materiali. Il saggio indaga le scelte della fabbriceria, il ruolo di maestranze ed impresari tra le cave ossolane e quelle carraresi, con speciale attenzione all’allestimento dei tre altari commissionati nella prima metà del XVII secolo a Tomaso Orsolino, artista intelvese con bottega a Genova.
Abstract ENG:
In the 17th century, the construction site of the Pavia cathedral was struggling to pick up building activity and undertake internal decoration, following a program that was to see its first stage of completion in the great octagon only in the following century. The need to guarantee the stone cladding of the supporting pillars of the octagon and the surrounding walls, both internal and external, once again posed the problem of the supply of materials. This paper investigates the choices of the “fabbriceria”, the role of workers and contractors between quarries in Val d’Ossola and Carrara, with special attention to the setting up of the three altars commissioned in the first half of the 17th century from Tomaso Orsolino, a sculptor from the Intelvi Valley with his workshop in Genoa.
Parole chiave:
Pavia, Milano, Duomo, Tomaso Orsolino, scultura, cave, marmo, altari
Pubblicazione: Marmora et Lapidea 2-2021, sezione Studia, pp. 89-155, dicembre 2021